Storie che raccontano di noi
In quest’ area vogliamo rappresentare alcuni dei casi più complessi affrontati, che hanno portato a successi tanto ardui quanto gratificanti. In questo modo cerchiamo di fornire uno spaccato sul nostro mondo, sul nostro modo di operare e su tutto ciò che si trova dietro le quinte del nostro lavoro
La Signora Isabella
Il primo caso riguarda un’eredità giacente, della quale siamo venuti a conoscenza a Firenze. La scomparsa dell’anziana signora Isabella, venuta a mancare qualche mese prima, diede il via alla nostra attività. La signora viveva da sola e alla sua scomparsa non venne rinvenuto alcun testamento né furono rintracciati eredi diretti. Di lei avevamo soltanto i suoi documenti personali e amministrativi come l’atto di nascita e di morte, e una serie di lettere personali, tutti consegnati dal notaio. Questa è stata la prima tessera di un grande mosaico e l’inizio di un lungo viaggio (non solo metaforico): le nostre ricerche, come in questo caso, possono durare mesi o anni, soprattutto quando coinvolgono diversi paesi.
Abbiamo iniziato scandagliando gli archivi comunali di stato civile, i registri di nascita, gli atti di matrimonio e di morte di Firenze e la loro consultazione ci ha permesso di confermare che la signora Isabella non avesse figli e risultasse a sua volta figlia unica. Il passo successivo è stato quello di ricostruire il suo albero genealogico

Approfondendo la linea paterna, l’atto di nascita di Isabella indicava che suo padre era nato a Napoli e consultando i registri di nascita dello stato civile partenopeo (ed altri archivi dipartimentali) scoprimmo di un suo trasferimento da Napoli a Venezia. Grazie all’analisi dei registri della città lagunare riuscimmo a trovare uno zio della defunta. L’insieme dei documenti consultati non conteneva alcun riferimento ad un matrimonio ma riportava un dato relativo alla morte dello zio avvenuta a Valencia.
Ci spostammo quindi sul ramo degli ascendenti paterni e la morte del nonno paterno della defunta veniva confermata dai documenti sui morti italiani della prima guerra mondiale. Isabella, da parte di suo padre, aveva dunque un solo zio partito per la Spagna.
Le ricerche da quel momento assunsero carattere internazionale. Dopo diversi mesi di ricerca in suolo spagnolo e sfruttando tutti gli strumenti a nostra disposizione, negli schedari delle morti della città di Valencia apprendemmo che, nel giorno della sua morte, lo zio lasciava sua moglie (nata a Lisbona) e soprattutto un figlio di 10 anni. Tutte le altre strade praticate in Spagna portarono ad un vicolo cieco.
Partimmo quindi con destinazione Lisbona e proseguimmo lì le nostre ricerche. Dopo aver incrociato minuziosamente diverse fonti, individuammo in Portogallo Francisco, il figlio dello zio della signora Isabella, che rappresentava l’unico cugino di primo grado presente nella linea paterna della defunta e di cui la stessa ignorava l’esistenza. L’erede confermava come il padre, emigrato in Spagna ancora in giovane età, si era in seguito trasferito a Lisbona poco prima della sua nascita e che non aveva mantenuto alcun legame con la sua famiglia italiana.
Nel frattempo, la nostra ricerca si era proiettata anche verso la linea materna di Isabella. Le risultanze avevano permesso di stabilire che fosse figlia di madre nubile, a sua volta cresciuta in orfanotrofio. Dopo aver constatato che anche la madre di Isabella era figlia unica, si stabilì che non ci sarebbero stati più eredi nella linea materna. Francisco dunque era stato identificato come l’unico erede e così l’ultima tessera di questo enorme mosaico andò al suo posto.
Dopo quasi un anno di lunghe ricerche poteva quindi iniziare l’iter per il riscatto dell’eredità.
Insieme all’eredità Francisco ricevette un bene forse anche più prezioso: un pezzo di storia di un ramo della sua famiglia, oltre ad alcuni oggetti simbolici trovati presso il domicilio della signora Isabella, come la sua fotografia e alcune lettere personali. Questi oggetti rappresentavano un grande valore affettivo, stabilendo un legame tangibile con il passato di Isabella.
La sorpresa, l’interesse e l’emozione del senor Francisco per le nostre comunicazioni sono state per noi un’enorme gratificazione
Stati Uniti

Di ritorno dagli Stati Uniti per motivi turistici, un nostro connazionale ci raccontò di aver visitato la famosa Ellis Island, il primo luogo in cui i migranti sbarcavano dopo il lungo e faticosissimo viaggio in mare. Dopo aver consultato i leggendari registri (link) con cui i migranti venivano registrati all’arrivo negli Stati Uniti, il nostro cliente rimase affascinato dalla possibilità di rintracciare gli eventuali suoi ascendenti migrati nel nuovo continente e ce ne commissionò la ricerca
Gli omonimi del Sig. Corrado erano veramente moltissimi ed effettuare la ricerca nominativo per nominativo non era un’ opzione praticabile. Abbiamo quindi deciso che anziché “setacciare” tutti quei nominativi sarebbe stato molto più pragmatico, veloce e conveniente sottoporre noi un profilo genetico da confrontare con altri: utilizzando campioni di DNA del signor Corrado cercammo corrispondenze nelle banche dati genetiche disponibili negli Stati Uniti. Dopo mesi di confronti genetici ci fu comunicata una corrispondenza con profilo compatibile al 100%. Riuscire poi ad individuare il “titolare” di quel codice genetico non fu affatto semplice
Una volta rintracciato mister James, riuscimmo anche con il suo aiuto a ricostruire l’albero genealogico di famiglia e la conferma del legame con il nostro commissionario venne proprio dai registri di Ellis Island dove rintracciammo la registrazione di un ascendente comune. Stabilito il contatto tra i diretti interessati organizzammo anche un incontro fra loro.
I due confermarono di essere legati da parentela e si commossero nel ricordare l’alba dei giorni in cui quel parente comune mise piede e creò la sua storia nel nuovo continente, comprese le peripezie del viaggio e le successive vicissitudini, il coraggio e la sua caparbietà.
I contatti tra le famiglie proseguono tutt’oggi in modo stabile e duraturo ed ognuna ha trovato modo di visitare i luoghi e le persone che fanno parte della vita dell’altra creando in questo modo un forte legame
Anche questa esperienza, benché non ci fu alcun risvolto economico per il nostro cliente, ci ha arricchito a livello umano e ci ha reso orgogliosi di aver riconnesso i rami di una famiglia ormai disgiunti
Un buon tentativo
L’ultimo caso che vogliamo illustrare è emblematico perché rappresenta una delle principali motivazioni che spinge la maggior parte dei nostri clienti a contattarci per richiedere il nostro supporto e racconta la storia di un cliente che voleva ricostruire il suo albero genealogico in tutte le sue ramificazioni per conoscere le proprie origini ma anche (e soprattutto) per capire se la ripartizione del patrimonio ereditario della sua famiglia nel corso del tempo potesse essere stata eseguita erroneamente non avendo tenuto conto del suo legame familiare e della parte a lui spettante
Ebbene interrogando gli archivi tradizionali e digitali, i registri pubblici, privati e religiosi e scavando attraverso vecchi documenti, dopo settimane di ricerche meticolose, facendo ricorso a tutte le nostre risorse siamo riusciti a ricostruire tutti i suoi legami familiari confermando che la distribuzione del patrimonio ereditario tra tutti i suoi ascendenti e collaterali avvenne correttamente e che nulla gli era stato precluso (seppur inconsapevolmente).

Le ottime notizie però vennero quando rintracciammo nella città di Bergamo un parente collaterale di 4° grado deceduto da pochi anni che non aveva redatto testamento e non aveva prole nè parenti diretti, la sua ingente eredità era di fatto annoverata come giacente
In pochi mesi dunque riuscimmo a far riscattare al nostro cliente la sua quota che cambiò la propria vita radicalmente riuscendo anche a recuperare la propria storia familiare